BMW alza l’asticella e guarda ad un futuro ancora più estremo rispetto all’elettrico. Tutto sull’ultima novità tedesca.
Mentre ancora si discute su cosa succederà a partire dal 2035 quando le vetture a zero emissioni dovrebbero diventare le regine delle nostre strade, affiancate, forse, da quelle alimentate a benzina sintetica, alcuni dei più importanti costruttori al mondo stanno già lavorando su qualcosa di diverso.
Se Hyundai è sul mercato da tempo con questa tecnologia, le Case europee sono in ritardo, ma adesso potrebbe cambiare tutto grazie a BMW, fresca di lancio di un veicolo rivoluzionario.
BMW sfida l’Asia, il nuovo SUV farà scuola
Si chiama iX5 Hydrogen ed è uno Sport Utility Vehicle e come dice il nome stesso funziona ad idrogeno. Per svilupparlo il marchio di Monaco di Baviera ha impiegato quattro anni, effettuando test estenuanti ad ogni latitudine così da metterlo il più possibile sotto stress.
Il modello di partenza è la X5 presentata come concept nel 2019 e il suo obiettivo è quello di proporre un’alternativa all’elettrico, nell’ottica dell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico. Tra le peculiarità che propone figura un’innovativo sistema di celle a combustibile creato in collaborazione con Toyota e caratterizzato da un compressore ad alta velocità dotata di turbina, oltre che da una pompa del liquido di raffreddamento ad alta tensione.
Il punto di forza di questo SUV è quindi da ritrovarsi nel raggruppamento in un solo slot inserito sull’asse posteriore del propulsore “verde”, della trasmissione e dell’elettronica che conferisce la potenza. La batteria è agli ioni di litio e permette al mezzo di esprimere fino ad un massimo di 401 cv.
A differenza delle auto full electric che richiedono ore per ricaricarsi l’iX5 ad idrogeno riesce a fare il peno in meno di 5 minuti, in quanto l’elemento viene incorporato in due serbatoi di 90 kg l’uno in grado di immagazzinare 6 kg di composto ad una pressione di 700 bar.
Il passaggio da zero a cento km/h viene compiuto in sei secondi, con velocità massima raggiungibile di 180 km/h. I consumi si attestano invece su 1,19 kg ogni 100 km, per un’autonomia dichiarata di 504 km. La reattività del propulsore è notevole in partenza e durante la marcia non si avvertono vibrazioni.
In termini di peso, la cifra si aggira attorno alle 2,4 tonnellate, dunque non troppo distante alla versione ibrida plug-in e più leggera di quella elettrica.
Come dichiarato dal presidente del consiglio d’amministrazione dell’azienda tedesca Oliver Zipse l’esperimento è volto a trovare un’alternativa, ad aggiungere un pezzo di puzzle alla mobilità del futuro che sarà molto diversa da quella corrente, in quanto le sole macchine a spina non saranno sufficienti a rendere l’aria più pulita.
Al momento non si conosce il prezzo a cui verrà messa sul mercato, di certo non sarà una vettura per tutti. Ad oggi nel Vecchio Continente il prezzo di un chilo di idrogeno oscilla tra i 15 e i 23 euro, tuttavia a livello industriale in un domani non troppo lontano tale cifra potrebbe crollare fino a raggiungere i 2-5 euro. Se così andasse, allora queste automobili potrebbero diventare alla portata di un’utenza più ampia.