Delusione elettrica: “torno alla termica”, il problema degli standard di ricarica

Per l’elettrico arriva una brutta notizia, e la storia che è stata appena raccontata è un vero e proprio allarme per le EV.

Il 2023 è un anno molto positivo per il mondo dell’auto elettrica, che in gran parte d’Europa si sta iniziando a diffondere. Segnali molto positivi arrivano dalla Francia, dove ormai un’auto su cinque è ad emissioni zero, così come nel Nord Europa dove le EV stanno ormai prendendo il sopravvento.

Auto elettrica si torna al termico
Auto elettrica che batosta – Electricmobility.it

Tuttavia, in Italia la situazione è ben diversa e le auto elettriche sono solo il 3% di tutto il parco vetture, una statistica davvero negativa. Nelle prossime righe, vi porteremo alla scoperta di una storia a dir poco assurda, che ci fa ben capire il perché questa tipologia di vetture non riescono a ritagliarsi il loro spazio dalle nostre parti.

Auto elettrica, tutta la delusione di un tassista

L’auto elettrica inizia a guadagnare spazio, ma c’è ancora chi non è affatto convinto di questa tecnologia. Uno dei lavori che fa un uso maggiore delle emissioni zero è quello del tassista, e da diversi anni questa categoria si è convertita all’ibrido, ed ora è iniziato anche il passaggio alle EV al 100%.

Nissan Leaf rifiutata dal tassista
Nissan Leaf in fase di ricarica (ANSA) – Electricmobility.it

Sul sito web “vaiaelettrico.it“, è stata raccontata una storia che sa di fallimento per quello che riguarda le nuove tecnologie, dal momento che un tassista ha mollato la sua auto elettrica per tornare al motore termico. Il protagonista della vicenda è Gianluca Mucciarelli, che abita nei pressi di Siena, in Toscana.

L’uomo ha raccontato che lavorava a bordo di una vettura ad emissioni zero sin dalla primavera del 2018, e si tratta di una Nissan Leaf, una delle EV più vendute al mondo. Il tassista ha però deciso di lasciarla nel febbraio di quest’anno, dopo quasi 5 anni di onorato servizio.

Molti di voi potrebbero pensare che il suo ritorno al termico sia stato determinato da problemi di affidabilità o cose legate al discorso tecnico, ma la realtà è ben diversa. Il motivo è l’assenza delle colonnine per la ricarica di corrente, o meglio, la loro mancata attivazione che rende impossibile l’operazione di ricarica della sua vettura elettrica.

Secondo il suo racconto, l’Enel X ha montato le colonnine, che però non sono mai state attivate e che, quindi, non risultano funzionanti. Tali colonnine sono poi passate alla gestione di Ewiva, e poi sono state attivate, ma l’uomo le ha definite inutilizzabili per quello che riguarda il suo caso.

Il problema è legato al punto di attacco che non era “buono” per la sua auto, e disponibile ce n’era una sola, vicino ad un noto supermercato. Tuttavia, anche in questo caso c’erano due problemi, ovvero che la colonnina si trova nel parcheggio sotterraneo e non la si può raggiungere se il centro chiude.

Inoltre, nei periodi migliori il supermercato è preso d’assalto dai turisti ed è impossibile caricare la vettura, a causa delle enormi file. Per questo motivo, l’uomo è tornato all’auto a motore termica, accendendo ancor di più la luce sui gravi problemi infrastrutturali che ci sono in Italia e che circondano le emissioni zero.

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